di Maurizio Romanoni ( che ringraziamo moltissimo per aver gentilmente concesso l'uso dell'articolo pubblicato anche su I Nostri Cani )
Il
vero traguardo è raggiungerlo insieme al proprio cane ed avere un compagno incomparabile
Trovo che la traduzione letterale del termine sia assai fuorviante. Il verbo obbedire, infatti, rimanda allidea di un soggetto che impartisce ordini e di un altro che li esegue; di chi comanda e di chi obbedisce. Lesistenza di un padrone e di un servo, di un essere superiore che detiene il potere e di un altro, inferiore, che gli soggiace. Niente di più estraneo al vero. Colui il quale approcciasse lobedience con un simile spirito, non capirebbe mai quale distanza siderale lo divide, davvero, dallanima, dalla profonda essenza di questa disciplina. Mi capita molto spesso, di spiegarne, con un piccolo esempio, il significato. Quando chiedo al mio cane di venire accanto a me, non glielo ordino, ma glielo concedo. La differenza è abissale e comporta antitetiche dinamiche e presupposti. Il concedergli di raggiungermi presuppone, infatti, un fortissimo desiderio di stare con me; desiderio, per qualche attimo, trattenuto nella richiesta di stare fermo, seduto, a terra o in piedi, in attesa del segnale di richiamo. In quel momento la molla che lo trattiene è compressa nellattesa del segnale liberatorio. E, quando questo arriva, lentusiasmo è grande e trova la sua realizzazione nellattimo in cui i due elementi del binomio si congiungono. Comè ovvio questa voglia di vicinanza, di contatto, non è né deve essere data per scontata. Il senso di gregarietà del cane nei confronti delluomo va coltivato con passione e con amore, nella continua ricerca della relazione. Se questo modo di sentire, di essere, di accostarsi non compare, allora non si sta praticando dellobedience, ma si sta richiedendo della semplice obbedienza.
Nulla di più lontano. Praticando lobedience, quella profonda, lunica vera, si vede realizzato un fine oltre che etico legame, amicizia, emozioni empatiche altresì estetico, che consiste nella fusione armonica del cane con il suo conduttore. La camminata è quasi danzante, lo sguardo gioioso del cane rivolto verso lalto, nella ricerca degli occhi del conduttore, lesecuzione delle richieste rapida e scattante, tutta protesa a compiacerlo Balzerà allocchio un altro aspetto non marginale: la perfetta armonia è percepibile sia quando il cane è vicino al suo conduttore, sia quando si trova sulla distanza. La strada per ottenere tutto ciò non è né breve né facile, ma proprio per questo è intensa e ricca di emozioni, perché chi ha capito lessenza di questa disciplina non la vive soltanto come un percorso per raggiungere un risultato, bensì percorre questo cammino, traendo piacere dal percorso stesso. I giochi, il cibo, gli strumenti, pian piano vengono meno per lasciare spazio alla sola empatia, allenergia sottile che vibra e che unisce un buon conduttore al proprio cane. Sia ben chiaro. E un dato oggettivo che, come le persone, ogni cane sia diverso da un altro. Esistono poi delle caratteristiche che differenziano una razza da unaltra e, nellambito di ciascuna, siano ricompresi soggetti di diverso carattere e temperamento. Ho verificato, tuttavia, che, al di là delle innegabili differenze di razza vada, in ogni caso, seguita una strada peculiare per ciascun cane. Come in ogni relazione realmente appagante tra esseri umani, ciò che fa la differenza, anche con il cane, è il saper tenere altamente in considerazione lunicità del nostro interlocutore. Più la lettura del cane, che abbiamo al nostro fianco, sarà fatta con passione e con serena obiettività, più la pratica della disciplina sarà sempre e comunque gratificante, al di là del risultato agonistico che ogni individuo o razza, con le proprie peculiarità, è in grado di fornire. Un cane ben preparato è un incomparabile compagno, prima ancora che un brillante agonista. E comunque le due caratteristiche possono convivere in perfetta armonia, giacchè il presupposto indispensabile per il raggiungimento del risultato è proprio un profondo rapporto, la cosiddetta fusione simbiotica. Il cane, così, non sarà mai considerato un mezzo per procacciarsi gratificazioni sportive; in tal modo il grave problema della selezione di soggetti iper specializzati cui, non di rado, si assiste, con conseguente diffusione di cani di fatto inadatti ad unarmonica convivenza, in relazione allobedience, non si pone. I centri dove si pratica sono in rapida espansione, dunque non sarà difficile trovare assistenza per chi volesse avvicinarsi alla disciplina. Ed una buona assistenza può essere fornita solo da quellistruttore che non promette una rapida, certa e brillante carriera sportiva, ma che focalizza la propria attenzione sullanima del rapporto uomo-cane, richiedendo al conduttore lumiltà e la pazienza necessarie, unici mezzi validi per poter finalmente condividere con estrema gioia anche il più piccolo miglioramento conseguito dal binomio.
Maurizio Romanoni
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